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2023: L’anno della rottamazione della parola “Formazione”

2023: L’anno della rottamazione della parola “formazione”

L'introduzione dei "Circoli della Conoscenza"

2023: L’anno europeo delle competenze

Il 2023 è stato proclamato dall’Unione Europea “Anno Europeo delle Competenze” con l’obiettivo di favorire gli investimenti destinati a una formazione più efficace ed inclusiva, per migliorare il potenziale della forza lavoro.

«Dobbiamo investire molto di più nella formazione e nello sviluppo delle competenze. Dobbiamo farlo lavorando fianco a fianco con le imprese. Nessuno meglio di loro conosce i profili professionali di cui hanno bisogno. Dobbiamo conciliare meglio queste esigenze con gli obiettivi e le aspirazioni di chi cerca un lavoro. Ma vogliamo anche attrarre verso il nostro continente le competenze necessarie per aiutare le imprese e rafforzare la crescita dell’Europa.» ha affermato Ursula von der Leyen, nella sua relazione di proposta lo scorso ottobre, aggiungendo inoltre che «Oltre tre quarti delle imprese dell’Unione Europea incontra difficoltà nel trovare lavoratori qualificati e i dati Eurostat più recenti indicano che solo il 37% degli adulti segue con regolarità corsi di formazione».

2023: L’anno europeo delle competenze. E l'Italia?

L’Italia rimane sotto la soglia della media europea, posizionandosi al 15esimo posto, con una percentuale del 9,9% della popolazione tra i 25 e i 64 anni che partecipa costantemente a corsi di formazione e di qualificazione professionale.
Da sempre l’Italia è fanalino di coda per quanto riguarda la formazione.
Perchè? I motivi sono molteplici e fortemente interrelati, ne citiamo solo qualcuno:

  1. I costi, non visti come investimenti
  2. I formatori, non visti come educatori
  3. I consulenti, non visti come apportatori di metodologie ed esperienze innovative
  4. I tempi, non visti come “allenamento della mente” ma come tempo non dedicato al lavoro
  5. I linguaggi, non utilizzati per crescere in diversità.

2023: L’anno della rottamazione della parola "Formazione"

La nostra proposta è di abolire la parola “formazione” – in sè splendida perchè racchiude in un unicum formare e azione ma ormai obsoleta – perché richiama ad un tempo passato, con forme superate e spesso fatte da formatori per sé stessi e non per i discenti.

Scriveva profeticamente quasi vent’anni fa Francesco Varanini nel suo editoriale di apertura alla Rivista “Persone & Conoscenze” “Siamo tutti docenti e tutti discenti”, individuando in forte anticipo la strada del nuovo che cambia: individuando soprattutto una circolarità ed unitarietà del sapere, fatta di competenze, conoscenze, esperienze, metodologie.

La proposta di Salone d’Impresa per denominare questa nuova strada è “Circoli della Conoscenza”. 
Il modello di “Circolo della Conoscenza” intende – in una Logica di Society 5.0 – concentrarsi sempre più sulle persone e sempre meno sulla formazione. Tale modello prende le mosse dal Circolo Letterario e Scientifico “Chautauqua”, un movimento organizzato in gruppi di studio e di lettura popolari attivo nello stato di New York nel 1870. 

Di tutto questo parleremo nel prossimo articolo: Stay Tuned!